Mio figlio scrive male… da grande farà il dottore? La Dis-grafia
Una mamma, un po’ preoccupata, mi racconta che Filippo fin dalla Scuola dell’Infanzia non era tanto bravo a disegnare, teneva la matita con tutte le dita ed era un po’ imbranato. Arrivato alla Scuola Primaria aveva avuto molte difficoltà nell’ imparare la forma delle lettere e poi a scrivere le parole, ed ora che è in terza, nei dettati e nei temi ci vuole l’interprete per capire quello che scrive. “Mi dica Dottoressa, diventerà un buon Dottore?”
Come dar torto a quella mamma, non ce ne vogliano i dottori ma, si sa, quasi tutti scrivono a “zampa di gallina”! Tuttavia, per diventare un buon dottore, quel bambino deve essere in grado di leggere quello che scrive per trovare eventuali errori, per studiare dai propri appunti, per avere fiducia in sé e nelle proprie capacità e non essere considerato lento o svogliato…. quindi da dove partiamo?
Prima di tutto cercheremo di capire insieme le differenze tra una “brutta scrittura” e una scrittura disgrafica.
La disgrafia (dis-grafia) e’ una difficolta’ dell’ apprendimento della scrittura di lettere e numeri, riguarda esclusivamente la grafia ovvero, una carente competenza nel tratto grafico e non considera invece le regole ortografiche o sintattiche. Il bambino disgrafico, spesso è molto intelligente, ma ha una scrittura difficilmente leggibile(qualità dello scritto) e/o è estremamente lento (fluenza, rapidità di esecuzione). Osservando la produzione scritta il tratto grafico può apparire incerto, tremolante, marcato, disorganizzato nello spazio; spesso questi bambini rimangono indietro nei dettati o non hanno tempo a sufficienza per svolgere i temi e cercando di scrivere più velocemente peggiorano la qualità della loro grafia.
Scrivere non è semplicemente copiare o riprodurre dei segni e dei simboli. Nell’atto della scrittura sono implicate molteplici abilità :
- motricità globale e fine soprattutto il movimento di spalla, polso e delle dita delle mani
- grafo-motorie
- visuo-percettive e visuo-spaziali di percezione e organizzazione nello spazio
Quando possiamo accorgercene?La diagnosi di Disgrafia può essere fatta a partire dalla fine della seconda elementare perché i bambini devono poter avere tempo a sufficienza per apprende e acquisire automaticità nell’atto della scrittura, ma già dalla Scuola dell’Infanzia possiamo trovare dei campanelli d’allarme, degli indicatori a cui prestare attenzione:
- Uso di entrambe le mani (mancata preferenza d’uso)
- Presa scorretta della matita
- Difficoltà nei compiti di motricità fine (es infilare le perline,tagliare)
- Tratto grafico discontinuo, calcato, poco fluido durante i pregrafismi
- Difficoltà nella copia di figure geometriche o nella rappresentazione della figura umana
- Disorganizzazione spaziale
Queste apparenti difficoltà possono essere dovute a un ritardo nell’acquisizione delle competenze sopra elencate, a un’immaturità che si compensa nel corso dello sviluppo, oppure possono essere indicative di un disturbo futuro.
Per verificare se il bambino ha semplicemente una brutta grafia oppure il suo tratto è disgraficooccorre analizzare la produzione scritta che nel caso della disgrafia presenta:
- Scarsa organizzazione spaziale (non rispetto dei margini del foglio, spazi irregolari tra i grafemi e le parole, difficoltà nel seguire il rigo);
- Non adeguata regolazione della pressione della mano sul foglio e della forza esercitata nell’impugnare la matita;
- Frequenti inversioni della direzionalità del gesto grafico e alterazione del ritmo di scrittura: scarsa armonia del gesto e frequenti interruzioni
- Grandezza irregolare delle lettere
- Collegamenti allungati o interrotti
- Presenza di lettere atipiche con forme ambigue o ritoccate
- Tratto incerto, tremolante, illeggibile
La disgrafia si può presentare come unica difficoltà oppure può essere in associazione ad altri disturbi dell’apprendimento come Disortografia, Dislessia o più raramente Discalculia.
Per far diagnosi occorre una buona valutazioneche individui i punti di forza e le difficoltà specifiche di quel bambino che possono riguardare maggiormente gli aspetti motori, oppure quelli visuo-percettivi e permetta di impostare un buon trattamento che fornisca utili indicazioni alla Scuola. In questo modo il bambino riuscirà a capire quello che scrive, potrà finire i suoi temi, sarà più attento e motivato e chissà mai che da grande diventerà davvero un gran bravo Dottore.
Giulia Fusar Poli