Star bene si può!

Solo Elpis, la speranza, come in una casa indistruttibile, dentro all'orcio rimase, senza oltrepassarne la bocca, né fuori volò, perchè prima Pandora aveva rimesso il coperchio per volere di Zeus egíoco che aduna le nubi.

Elpis è ancora nel vaso.

Mamma ho mal di pancia…forse è meglio che non vada alla partita… L’ ansia nello sport: da ostacolo a risorsa

Pubblicato da il Ottobre 3, 2024 in adolescenti, Età evolutiva, performance, psicomotricità, Scuola, Sport e preparazione mentale

Mamma ho mal di pancia…forse è meglio che non vada alla partita… L’ ansia nello sport: da ostacolo a risorsa

“Oggi non me la sento proprio di andare all’allenamento. Ho la nausea e il mal di pancia!”

Se avete sentito più volte una frase di questo tipo da vostro/a figlio/a o dal vostro/a piccolo/a atleta e avete escluso complicazioni mediche, potrebbe trattarsi di ansia da prestazione.

Eh sì… l’ansia da prestazione non ha età! Può colpire grandi e piccoli, atleti professionisti o dilettanti, e anche giovanissimi che si approcciano alle competizioni per la prima volta. Anche se per i bambini lo sport dovrebbe essere un gioco, spesso per loro diventa una vera e propria sfida.

Come possiamo gestirla? 

Prima di tutto, è importante capire che l’ansia non è solo negativa. Prendiamo spunto da un personaggio ben noto ai più piccoli: Ansia, uno dei protagonisti di Inside Out 2. Ansia, nel film, non è sempre d’intralcio. Anzi, in alcune situazioni, si rivela utile, aiutando a evitare situazioni di pericolo e a prepararsi meglio di fronte a sfide impegnative. Proprio come Ansia nel film, anche nella realtà può essere una compagna utile, purché venga gestita nel modo giusto.

Proviamo quindi a fare chiarezza sulle variabili che possono influenzare negativamente la prestazione sportiva e a fornire delle strategie per una gestione emotiva adeguata.

L’ansia positiva e negativa nello sport

L’ansia è una risposta naturale allo stress, e come Ansia di Inside Out 2, può essere un alleato o un ostacolo, a seconda di come viene gestita. Anche nel contesto sportivo, esistono due tipi di ansia: quella cognitiva e quella somatica. A livello cognitivo, si manifesta con pensieri negativi, preoccupazioni, paura di fallire o di deludere gli altri. A livello fisico, invece, si può percepire come nausea, palpitazioni, mal di pancia o sudorazione. Capire che l’ansia può avere delle risposte fisiologiche ci aiuta a non stigmatizzarla

Come ci insegna il personaggio di Ansia, questa emozione non è necessariamente negativa. In realtà, può essere utile per prepararci a dare il meglio di noi stessi. L’ansia “buona” è quella che ci tiene attenti e concentrati, ci aiuta a rimanere motivati e pronti a reagire. Pensiamo a quando dobbiamo affrontare un compito che ci sembra difficile ma raggiungibile: in queste situazioni, Ansia può darci l’energia necessaria per eseguire una buona prestazione. Questo è l’esempio perfetto di ansia positiva.

Al contrario, quando l’ansia diventa eccessiva o persistente, come in una competizione percepita come troppo impegnativa o quando ci sentiamo sotto una pressione esagerata, può trasformarsi in un ostacolo. In queste situazioni, come nel caso di Ansia nel film, che può paralizzare Riley in momenti cruciali, rischiamo di bloccarci e di non riuscire a esprimere al meglio le nostre capacità. Questa è sicuramente ansia negativa, che limita la prestazione e può generare frustrazione e insicurezza.

Ansia e prestazioni sportive

Per comprendere come l’ansia possa influenzare in modo diverso le nostre prestazioni, pensiamo a tre scenari. Immaginate di dover affrontare un compito che considerate troppo facile: in questo caso, il livello di adrenalina e ansia sarà troppo basso e probabilmente non riuscirete a dare il massimo. Se invece il compito è percepito come estremamente difficile, il livello di ansia salirà alle stelle, rendendo i movimenti rigidi e i pensieri confusi. Infine, se ci troviamo di fronte a un compito moderatamente difficile ma alla nostra portata, quindi stimolante, l’ansia si trasformerà in attivazione, dandoci quell’energia giusta per ottenere una buona prestazione.

Esattamente come Ansia in Inside Out 2, che a volte ci aiuta cavandoci di impaccio in situazioni particolari o aiutandoci a essere più prestativi, altre volte ci travolge, la chiave è imparare a governare questa emozione. Una corretta gestione dell’ansia può infatti diventare un potente strumento per migliorare la performance, per capirci… quella “ansietta buona” che ci aiuta a dare il massimo!

Se sei un genitore…

Ecco, quindi, dieci strategie per aiutarvi con la gestione di questa componente nei vostri figli.

  1. Per prima cosa è importante che ricordiate che voi siete il primo modello educativo per vostro figlio…fuori dal campo. In campo, invece, è giusto che subentri la figura dell’allenatore. Non creiamo confusioni inutili nella testa dei nostri figli. Devono sapere chi seguire senza dubbi. E se per caso non siete d’accordo con le scelte tecniche è meglio evitare di sminuire l’allenatore davanti ai vostri figli. Piuttosto trovate un tempo e uno spazio corretto per confrontarvi con il tecnico o il dirigente.
  1. Tenete sempre a mente che nello sport il vostro primo compito è quello di fornire supporto emotivo. È quindi importante collaborare con la società e lo staff per creare un ambiente che favorisca il benessere emotivo del vostro piccolo atleta, con focus sul divertimento e l’apprendimento al posto del risultato. Alla fine degli allenamenti o della partita provate a chiedergli se si sono divertiti o di raccontarvi cosa hanno imparato di nuovo! Questo aumenterà sicuramente la loro autostima e li renderà maggiormente consapevoli delle proprie potenzialità.
  1. È fondamentale riconoscere se l’ansia si manifesta in più contesti, ad esempio quello scolastico oltre che sportivo, se va a limitare il normale svolgimento delle attività quotidiane ed eventualmente anche in quale misura. In questo caso è necessario chiedere aiuto ad un professionista che valuterà quali possono essere le strategie più adeguate a seconda del caso.
  1. Respirazione e rilassamento: chiedere al bambino di buttare fuori l’aria come per spegnere delle candeline e successivamente fare insieme a lui dei respiri lenti e profondi. Imparare a padroneggiare una respirazione corretta può promuovere una sensazione di calma e rilassamento, ridurre la tensione muscolare e favorire la percezione di controllo del proprio corpo. Uno Psicologo dello sport può insegnare a voi e al bambino alcune strategie funzionali.
  1. Provate a promuovere l’autonomia del vostro bambino, dandogli, quando è possibile, la possibilità di fare delle piccole scelte e-o responsabilità, per esempio lasciate che siano loro a prepararsi la borsa o la cartella di scuola ed eventualmente controllatela con loro.
  1. Ricordatevi che ogni cosa ha un suo tempo, ogni genitore vuole vedere il proprio figlio eccellere, ma è importante rispettare i tempi di crescita ed evitare di creare aspettative irrealistiche che aumenteranno la pressione percepita.
  1. Normalizzate la componente ansiosa spiegando a vostro figlio, in ottica educativa, cos’è l’ansia, perché può verificarsi e che si tratta di una reazione del tutto normale e quindi come tale può essere gestita.
  1. Ricordate che ogni bambino è unico! In quanto tale non è educativo confrontare vostro figlio con i compagni o altri atleti, rischiate solo di aumentare la pressione.
  1. Incoraggiare il dialogo aperto: Parlate regolarmente con i vostri figli delle loro esperienze e dei loro sentimenti. Fate domande aperte e ascoltate attivamente, senza giudicare, per capire meglio cosa stanno vivendo.

 

  1. Celebrarne i successi e gli sforzi: Festeggiate le piccole vittorie e riconoscete i loro sforzi, indipendentemente dall’esito della competizione. Questo rinforza l’idea che il valore è nel percorso, non solo nella meta.

Se sei un allenatore…

Ecco alcune strategie per gli allenatori su come gestire l’ansia nei piccoli atleti:

  1. Create un ambiente sicuro e accogliente: fornite la possibilità ai vostri atleti di esprimersi senza paura di essere giudicati o sgridati. L’ansia spesso deriva dalla paura di fallire o di deludere gli altri. Enfatizzate che lo sport è un’occasione per imparare e crescere dove è normale commettere errori, piuttosto che una semplice corsa al risultato.
  1. Focus sulla prestazione, non solo sul risultato: come gli adulti, anche i bambini possono sentirsi sopraffatti dalle aspettative. Invece di focalizzarsi esclusivamente sulla vittoria, incoraggiate i vostri atleti a concentrarsi sui piccoli miglioramenti che fanno ogni giorno. Questo aiuta a ridurre la pressione e a mantenere alta la motivazione.
  1. Utilizzate il rinforzo positivo: celebrate il progresso e gli sforzo con feedback positivi, anche quando i risultati non sono esattamente quelli che speravate, questo aumenterà la probabilità di replica di quel comportamento positivo. Anche in caso di errore cercate di rimanere propositivi, evidenziando cosa è stato fatto bene. Evitate invece le punizioni, non sono efficaci, minano la loro autostima e aumentano l’ansia da prestazione.
  1. Rendete l’allenamento divertente e vario: soprattutto con i bambini, l’obiettivo principale dovrebbe essere divertirsi. Introducete giochi e attività che rendano l’allenamento meno monotono e più coinvolgente. Se i bambini si divertono, saranno meno inclini a sperimentare ansia da prestazione.
  1. Date importanza alle tecniche di respirazione e rilassamento: è utile farsi affiancare da un professionista che può insegnare ai bambini tecniche di respirazione e rilassamento. Potete conseguentemente dedicare qualche minuto all’inizio o alla fine dell’allenamento a semplici esercizi di respirazione profonda per ridurre l’attivazione eccessiva e facilitare negli atleti movimenti più fluidi e non rigidi.
  1. Accettate gli errori, siamo umani: fate comprendere che l’errore è parte del percorso di apprendimento. Sottolineate che, come allenatore, non vi aspettate che siano perfetti, ma che siano pronti a imparare e migliorare. Questo approccio riduce la paura del fallimento e incoraggia una maggiore propensione a provare anche di fronte a nuove attività.
  1. Aiutate gli atleti a porsi obiettivi realistici: ogni bambino ha capacità e tempi di sviluppo differenti, impostiamo obiettivi che siano sfidanti ma raggiungibili, adattati alle loro capacità. Un obiettivo troppo ambizioso può generare ansia, mentre uno realistico può promuovere fiducia e motivazione.
  1. Favorite il supporto reciproco all’interno della squadra ed il fairplay: Incoraggiate gli atleti a sostenersi a vicenda e promuovete un clima supportivo all’interno della squadra. Non ci si deve limitare a rispettare le regole di gioco, bisogna anche promuovere la gentilezza ed il supporto reciproco. Provate iniziando a chiedere ad ogni atleta di dire un punto di forza di un/a loro compagno/a.
  1. Normalizzate l’attivazione pre-gara: spiegate che è normale sentirsi nervosi prima di una partita o una competizione importante, nonostante questo è importante concentrarsi sul momento presente e aiutarli a ricordare i successi per aumentarne l’autoefficacia.
  1. Comunicate con i genitori: una collaborazione tra allenatori e genitori è essenziale per il benessere dei piccoli atleti. Comunicare regolarmente con i genitori i progressi dei loro figli, informandoli se notate segnali di ansia e suggerendo strategie di supporto come l’intervento di uno psicologo dello sport. Un ambiente collaborativo tra allenatore, genitori e atleta crea una rete di supporto solida per il bambino.

In conclusione, che tu sia un allenatore o un genitore, è importante riconoscere che l’ansia, anche quella legata alla prestazione sportiva, può diventare un’opportunità di crescita. Se notate che un bambino si lamenta spesso di sintomi fisici come nausea o mal di pancia prima dell’allenamento, potrebbe trattarsi di ansia da prestazione. Come abbiamo visto, l’ansia può manifestarsi sia a livello cognitivo, con paure e preoccupazioni, che a livello fisico. Tuttavia, proprio come il personaggio di Ansia in Inside Out, questa emozione non è sempre negativa e voi potete essere ottimi alleati per fare la differenza.

Allenatori, per voi la chiave è creare un ambiente sicuro e positivo, dove l’attenzione non sia solo sui risultati, ma anche sul miglioramento e sulla crescita.

Genitori, tenete a mente che l’ansia è una preziosa occasione per insegnare ai vostri figli come gestire le emozioni, sviluppando consapevolezza emotiva e resilienza, qualità utili nello sport e nella vita.

L’impegno costante di entrambi è un elemento necessario per favorire uno svolgimento sereno della pratica sportiva e facilitare il benessere emotivo ricordandovi sempre di rispettare il ruolo altrui.

Quindi… l’ansia è un ostacolo o una risorsa?

Sicuramente l’ansia ci proietta nel futuro, portandoci a creare diversi scenari relativi a come potrebbe andare uno specifico avvenimento. Ce lo mostra bene l’evoluzione del personaggio di Ansia in Inside Out, che passa dall’essere una presenza costantemente allarmata e preoccupata, ad una figura più equilibrata ed integrata nella gestione emotiva di Riley, simboleggiando maturazione ed accettazione anche di emozioni complesse.

Sta poi a noi usarla come risorsa a nostro vantaggio, pur consapevoli che, a volte, questa può sfuggire dal nostro controllo, ed è proprio qui che risulta fondamentale la figura di un professionista quale lo psicologo dello sport.

Michaela Fantoni, Serena Barbieri, Silvia De Marchi

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