Alla ricerca di se stessi: l’unico viaggio che vale davvero la pena di fare
Prendersi cura del proprio benessere e perseguire una sempre migliore qualità della vita è uno dei tanti concetti ovvi che ci circondano. Talmente ovvio che ci dimentichiamo di occuparcene, o più semplicemente facciamo tanti buoni propositi che poi rimandiamo, pressati da situazioni contingenti più urgenti. La realtà è che tutti consideriamo utile iniziare un percorso su noi stessi e spesso ci scopriamo a consigliarlo alle persone cui teniamo di più, dimenticandoci che la persona di cui dovremmo occuparci innanzitutto siamo proprio noi. Scagli la prima pietra” chi non ha nessun problema!
E’ indubbio che qualsiasi percorso di crescita o situazione di cambiamento ci porta ad affrontare momenti di difficoltà. Non sempre è così facile far fronte alle situazioni stressanti che fanno parte della nostra quotidianità o gestire le nostre emozioni.
Vivere nel mondo moderno è obiettivamente affascinante e può essere molto stimolante, tuttavia è sempre più difficile e richiede, per la sua complessità, molte competenze. Basta pensare, per fare un esempio, a quante cose, oggi, è capace di fare, in generale, uno dei nostri ragazzi. L’elenco è davvero lunghissimo: oltre a leggere, scrivere e far di conto, che erano considerati i saperi base del passato, sa usare sofisticate calcolatrici e personal computer, capire e parlare una o più lingue straniere, far funzionare un numero esorbitante di elettrodomestici, praticare differenti attività sportive, guidare moto e automobili, suonare qualche strumento. Per sopravvivere deve imparare a destreggiarsi tra infiniti meccanismi burocratico-tecnologici, carte di credito, bancomat, acquisizione di documenti, informazioni o documentazioni, ecc. ecc.
La nostra società richiede ritmi di vita particolarmente frenetici e propone modelli a cui conformarsi, sempre più complessi e inarrivabili.
A volte siamo talmente sommersi dai ritmi particolarmente serrati, dagli obblighi e dalle responsabilità di ogni giorno da perdere di vista quella che dovrebbe essere la vera priorità: il nostro benessere!
Ognuno di noi risponde agli eventi stressanti in modo differente, questo perché ogni persona vive esperienze diverse e fa proprie strategie interpretative e di pensiero differenti. Un ruolo molto importante nella valutazione degli eventi, spetta all’apprendimento. Noi, infatti, impariamo a comportarci di fronte a stimoli specifici in modo specifico, consolidando un meccanismo di apprendimento che agisce in modo automatico, al di fuori cioè della nostra consapevolezza. Le nostre stesse interpretazioni degli eventi e delle cose intorno a noi subiscono questo effetto e una volta consolidatesi funzionano in modo relativamente autonomo. Gli schemi comportamentali e di pensiero hanno la funzione di farci risparmiare energia sia fisica che mentale, infatti si basano su esperienze pregresse già elaborate, facilmente rievocabili.
Se le diverse difficoltà in cui ci troviamo sono transitorie o momentanee riusciamo a reagire e agire adeguatamente, diversamente nel momento in cui si accumulano o si consolidano possono generare stati di blocco o situazioni di malessere.
Possiamo così sentirci particolarmente stanchi e confusi, fatichiamo a concentrarci, siamo spesso nervosi e inquieti, ci assale un senso di frustrazione, nulla sembra più interessarci, siamo particolarmente annoiati nei confronti delle più svariate situazioni e lamentiamo differenti disagi fisici.
Chiedere aiuto non è sempre così semplice. Il timore di poter essere giudicato o la preoccupazione che questo possa essere visto come una sconfitta o peggio un segno di debolezza o di qualche “anormalità”, può impedire di compiere il primo passo, verso una richiesta di aiuto.
Attraverso pochi incontri il counseling psicologico offre uno spazio di ascolto finalizzato a mettere la persona nelle condizioni di comprendere la situazione in cui si trova e di gestire il problema, capitalizzando le proprie risorse interne.
Il counseling non pone l’accento sulla eventuale “problematicità” o patologia dell’individuo, che viene invece visto come portatore e origine delle soluzioni. “Sul passato non si può agire, il futuro è solo una previsione”: l’intervento viene contestualizzato in relazione al proprio ambiente sociale, professionale e culturale, focalizzandosi sul “qui ed ora”.
Attraverso la relazione e l’ascolto attivo, una particolare attenzione ai bisogni, alle risorse interne e alle potenzialità della persona, si asseconda la conoscenza di se stessi, si favorisce una maggiore consapevolezza del proprio pensare e del proprio agire, si facilita lo sviluppo delle risorse personali e delle strategie di fronteggiamento delle difficoltà.
Particolarmente adatto a questo percorso risulta essere un professionista che contempli i presupposti della terapia cognitivo-comportamentale, attenta ad indagare i diversi processi di pensiero e il loro stretto legame con le emozioni; il significato che diamo ad ogni tipo di situazione influenza la nostra risposta emotiva alla situazione stessa e ne è a sua volta influenzato e occorre dare importanza ai comportamenti della persona per riuscire a porre in evidenza quelli più funzionali a scapito di altri sicuramente meno efficaci se non addirittura dannosi.
Questo è ciò che si propone il counselor d’orientamento cognitivo-comportamentale, che con pochi interventi mirati può aiutare ognuno a conoscersi meglio, trovando e potenziando le proprie risorse, e fornendo strumenti pratici, concreti ed immediati per scoprire e adottare i comportamenti più funzionali all’eliminazione di situazioni di disagio, al fronteggiamento delle situazioni di difficoltà e, conseguentemente, al miglioramento della propria qualità di vita. Regaliamoci del tempo per un bellissimo viaggio alla scoperta di se stessi.
A cura di Michaela Fantoni