HAI DETTO PLUSDOTAZIONE?
Sapete che il MIUR – Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca nella nota n. 565 del 3 Aprile 2019 ha incluso gli alunni Plusdotati tra i bambini con Bisogni Educativi Speciali (BES)?
Questa è sicuramente un’ottima notizia! Perché?
Scopriamolo insieme.
Negli anni si sono susseguiti numerosi cambiamenti legislativi sull’inclusione scolastica. In primo luogo, la Legge 53/2003 ha sancito il principio della personalizzazione dell’insegnamento, la legge 170 del 2010 ha garantito e tutelato il diritto allo studio a tutti gli individui con Disturbi Specifici dell’Apprendimento e, infine, con la direttiva del 27 dicembre 2012 si è ampliato il campo di applicazione di una didattica inclusiva e personalizzata, con il riconoscimento, da parte del MIUR, degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, conosciuti anche come BES. Un ulteriore passo è stato fatto con il Decreto Dipartimentale n.1603 del 15/11/2018 in cui è stato istituito un tavolo tecnico con lo scopo prioritario di redigere le Linee Guida Nazionali per gli studenti plusdotati, che ha permesso, in virtù dell’autonomia scolastica, a molte scuole e molti insegnanti, di attivare Piani Didattici Personalizzati di potenziamento e/o percorsi formativi individualizzati per gli alunni gifted. Questo promuove la loro inclusione e lo sviluppo dei talenti, senza necessità di inserirli nei BES. Tuttavia, la svolta decisiva è sicuramente quella della nota n. 562 del 3 aprile 2019 il MIUR che invita a considerare tra gli alunni BES anche quelli ad alto potenziale intellettivo, lasciando, autonomia di scelta al team docenti della primaria e ai consigli di classe degli istituti successivi, sulla possibilità di una personalizzazione del percorso e stesura del PDP, con attenzione al talento e alle sue peculiarità.
Perché, dunque, “investire nel talento”?
Il supporto allo sviluppo del talento, anzi, alla molteplicità di talenti è un ambito di intervento che dovrebbe rappresentare la sfida educativa delle nuove politiche scolastiche e sociali. “Investire nel talento a scuola”, è importante per favorire l’acquisizione di apprendimenti realmente centrati sulla persona, calibrati nella prospettiva di una didattica per l’inclusione che tenga conto delle originalità di ciascuno, della singolarità e complessità di ogni persona, delle sue aspirazioni e delle sue propensioni al sapere.
Ma chi sono i bimbi Plusdotati?
In generale, i bambini Plusdotati si caratterizzano per abilità superiori, rispetto ai pari, in aree specifiche e in momenti differenti rispetto al target di sviluppo. Tuttavia non è sempre così facile notarli ed individuarli. Spesso rimangono nascosti, arrivando in alcuni casi ad una perdita di questo “dono”, e, se non individuati, possono avere, in alcuni casi, vere e proprie difficoltà nella quotidianità. Ecco perché è cosi importante riconoscere il prima possibile i “campanelli di allarme”.
Ricerche condotte sulla popolazione scolastica dimostrano un’incidenza della plusotazione tra il 2% ed il 5%, all’incirca un alunno per classe. Sono quindi molti gli alunni che si trovano ogni giorno a cercare risposte e uno “sguardo” dal contesto scuola, spesso in difficoltà nel soddisfare i loro bisogni, con elevato rischio di drop-out e abbandono scolastico.
I tratti distintivi coinvolgono varie aree: l’apprendimento, il pensiero creativo, la motivazione, la leadership sociale, l’autodeterminazione fino ad arrivare a quello emotivo-relazionale o psicologico.
In particolare è possibile osservare:
- Avidità di sapere e conoscenza, unite a grande curiosità, manifestate in esplorazione della realtà attorno e frequenti domande che spesso” spiazzano” anche gli adulti
- Interessi differenti da quelli dei coetanei, come l’universo, i buchi neri, i quantum
- Verbalizzazioni e ragionamenti su concetti complessi come la morte e la vita
- Pensiero logico e analitico con capacità di individuare soluzioni alternative e innovative alle questioni
- Ottima memoria, anche con poco sforzo di memorizzazione e approfondimento
- Una vasta gamma di informazioni che supportano e argomentano coerentemente una propria idea o pensiero
- Vocabolario ricco con acquisizione del linguaggio precoce
- Frequente abilità di letto scrittura presenti già nel periodo pre-scolastico, 5/6 anni, spesso acquisite in totale autonomia e senza un’effettiva esperienza di apprendimento.
- Grande creatività, pensiero originale
- Cura e attenzione ai dettagli della realtà, individuando relazioni e concetti
- Determinazione, alta motivazione, perfezionismo con frequente totale assorbimento nel compito in cui investono molto tempo ed energia, faticando a comprendere e vivendo con frustrazione il differente coinvolgimento degli altri
- Humor sottile, spesso non compreso ma considerato bizzarro e strano dai pari
Accanto a questi però è possibile trovare bambini disordinati, “sbadati”, in alcuni momenti poco presenti al qui ed ora, totalmente immersi nei loro pensieri e ragionamenti.
A livello psicologico ed emotivo possono manifestare scarsa capacità di gestione dell’emotività e delle sue manifestazioni, bassa autostima, giudizio critico e senso morale talvolta eccessivo ed esasperato dal senso di giustizia elevatissimo e diffuso. Spesso si sentono isolati e incompresi. Nel rapporto con gli adulti ma soprattutto con i pari, questi bambini spesso faticano a seguire le modalità di interazione e di impiego del tempo altrui, determinando quindi difficoltà nel rapporto uno a uno e nella costruzione di legami di amicizia, a causa di interessi troppo differenti.
Questa diversità può essere vissuta con difficoltà oppure esaltata come segno distintivo dalla massa dei coetanei. Fattore spartiacque è la personalità e il temperamento di ognuno.
Ma queste sono alcune delle possibili caratteristiche della persona gifted, un vero e proprio profilo non esiste! Ognuno è differente nel suo genere, perché non c’è solo una plusdotazione cognitiva e quindi un eccellente livello cognitivo. La storia ce lo insegna! Basti pensare ad Einstein o Leonardo Da Vinci e più recentemente Rita Levi Montalcini…speciali nella loro unicità. Il potenziale può riguardare altre aree come quella artistica e musicale, si vedano Picasso, Monet, Mozart o The Beatles, attori come Matt Damon, Jack Nicholson, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Meryl Streep, Helen Mirrer, all’ambito sportivo partendo da Bolt, Ronaldo, passando per Pelè, Senna, per arrivare a Federico Morlacchi e Bebe Vio per il mondo paralimpico.
Cosa fare se i campanelli suonano e vi si accende una lampadina rispetto a vostro figlio o ad un alunno?
Il primo passo è ricercare un professionista competente e preparato sull’argomento. Seppur in Italia sia un tema ancora troppo poco conosciuto, iniziano ad esserci centri specializzati in ogni regione che possono fornire consulenza a genitori ed insegnanti, effettuare una valutazione specialistica delle competenze osservate nel bambino o ragazzo e supportarlo nel processo di crescita.
Nel nostro studio il percorso inizia con un colloquio conoscitivo con i genitori, in cui si cerca di comprendere se i campanelli di allarme osservati possano rientrare tra gli indicatori di una plusdotazione o di un alto potenziale. Il passo successivo è la definizione di un iter di valutazione personalizzato volto ad indagare, oltre alle competenze cognitive (il QI), pensiero divergente e creatività, abilità emotivo-affettive, relazionali, attentive e di apprendimento, caratteristiche di personalità quali leadership, perfezionismo, curiosità, nonché interessi, hobby e attività del tempo libero. Al fine di avere un’idea del funzionamento a trecentosessanta gradi è necessario raccogliere informazioni, oltre che da genitori e famigliari, previo consenso, dagli adulti che si interfacciano con lui come insegnanti, allenatore sportivo, catechista, capo scout, educatore, ecc.
Laddove emerga un quadro di plusdotazione o alto potenziale iniziano, per i genitori, altri mille dubbi e interrogativi…lo diciamo a nostro figlio? Chi glielo comunica? Come glielo diciamo?
Spesso i ragazzi arrivano con il bisogno di comprendere le proprie difficoltà nelle relazioni, nella gestione delle emozioni, nell’apprendimento, e una restituzione, da parte dello specialista in presenza dei genitori, sul loro funzionamento, permette di ridurre il senso di colpa, di inadeguatezza e di sofferenza rispetto al proprio modo di essere e vivere la vita, spesso differente da quello dei coetanei. Non vengono date etichette, ma viene spiegato loro quali sono i propri punti di forza e dove investire per sentirsi meglio.
Le proposte dello specialista per esempio potrebbero essere rivolte:
- Ai Genitori con percorsi di parent training
- Agli insegnanti attraverso il teach training
- Al bambino sia come supporto individuale che di gruppo, con attività su differenti tematiche. Ad esempio potenziare abilità o competenze della sfera emotiva e relazionale o la gestione degli aspetti scolastici e di apprendimento.
È bene ricordare che plusdotazione non è sinonimo di totale assenza di difficoltà o di successo certo, ma è una caratteristica che, se riconosciuta e ben gestita, permetterà al bambino di realizzare grandi sogni, ma se non appositamente individuata e sostenuta potrebbe andare persa o creare difficoltà. Ecco perché è importante occuparsene!
Chiara Raffognato
Milena Rota
Michaela Fantoni