PREVENIRE È MEGLIO DI… Lo screening precoce delle abilità legate agli Apprendimenti e delle Funzioni Esecutive
Le difficoltà di apprendimento e delle funzioni esecutive, quali ad esempio attenzione e memoria, sono elementi importanti nel raggiungimento del successo e della soddisfazione scolastica. Molti sono i bambini e i ragazzi che presentano difficoltà certificate attraverso un percorso diagnostico specifico volto a rilevare disturbi legali all’apprendimento (DSA) alle abilità attentive e iperattività (ADHD), oltre ad altre problematiche di tipo comportamentale, relazionale, emotivo, linguistico o della sfera motoria e visuo-percettiva.
Il MIUR riporta che “nel 2018/2019, gli alunni con DSA frequentanti le scuole italiane di ogni ordine e grado sono stati 298.114, pari al 4,9% del totale. Nella Primaria (considerando le classi III, IV e V) la percentuale si è attestata intorno 3,1%, per la Secondaria di I grado al 5,9% e per la Secondaria di II grado al 5.3%”.
Partendo da questa premessa risulta evidente quanto sia importante un’identificazione attenta, puntuale e precoce delle difficoltà di bambini e ragazzi, al fine di dare loro l’adeguato supporto e le misure necessarie al raggiungimento di risultati scolastici soddisfacenti e al benessere individuale. Detto questo la domanda da porsi è…come possiamo fare tutto questo?
Una via possibile da percorre, rapida e funzionale è quella dello screening.
Per screening si intende la messa in campo di una serie di azioni volte ad indagare l’eventuale presenza di difficoltà o campanelli di allarme, negli apprendimenti o nelle funzioni esecutive in bambini e ragazzi.
In che cosa consiste lo screening?
Lo screening coinvolge i genitori e i figli. Prevede la somministrazione di test o strumenti standardizzati volti ad indagare le aree specifiche tipicamente compromesse nei disturbi specifici dell’apprendimento, nei disturbi dell’attenzione o del controllo degli impulsi o altri disagi.
Per esempio possono essere valutati:
- Il livello metafonologico osservato nelle abilità di fusione e segmentazione sillabica, nel riconoscimento della sillaba iniziale e finale della parola, nel riconoscimento di rime, ecc;
- Le abilità di analisi e discriminazione visiva;
- Il riconoscimento di lettere e numeri;
- Il funzionamento intellettivo;
- Il livello degli apprendimenti (lettura, scrittura e calcolo);
- Le capacità attentive e del controllo delle reazioni impulsive;
- Le capacità di memoria;
- Aspetti visuo-motori e visuo-spaziali;
- La coordinazione oculo-manuale;
- Il linguaggio;
- Le competenze emotive, relazionali e comportamentali.
Cosa si ottiene dallo screening?
I risultati ottenuti permettono di individuare la presenza o meno di campanelli di allarme e l’eventuale rischio di presenza di una problematica ben precisa come Disturbo Specifico dell’Apprendimento o Deficit di Attenzione e Iperattività.
In particolare, è possibile osservare il livello di gravità delle fatiche presenti nel bambino e consente di individuare il percorso successivo più adeguato alle stesse.
Da precisare è infatti che non sempre la presenza di difficoltà fa propendere per un vero e proprio disturbo e quindi una conseguente certificazione, ma può essere indicativo di un mancata acquisizione di alcune abilità, che va considerato, ma che non necessariamente è destinato a persistere nel tempo e compromettere in modo consistente il percorso scolastico.
I risultati vengono riportati alla famiglia attraverso una restituzione scritta e orale volta a spiegare quanto evidenziato e le possibili azioni successive.
Quali possibilità apre lo screening?
In merito alla gravità dei risultati ottenuti, all’osservazione del bambino o ragazzo e alle informazioni ricevute dai genitori, è possibile per il clinico consigliare percorsi di potenziamento volti ad incrementare le abilità deficitarie e compromesse, oppure indicare il proseguo della valutazione diagnostica al fine di approfondire al meglio le abilità ed effettuare una certificazione specifica.
Lo screening, infatti, non è da considerarsi come una vera e propria valutazione diagnostica, ma l’individuazione precoce e preventiva di campanelli di allarme. Identificare precocemente permette di agire tempestivamente.
Perché fare lo screening?
Eseguire lo screening ha sicuramente molteplici vantaggi ed è funzionale in ottica di intervento preventivo e tempestivo. Esso infatti:
- Permette di individuare elementi significativi in modo rapido e quindi agire un intervento precoce sugli stessi per ridurne la gravità e pervasività;
- Favorisce l’individuazione della necessità di percorso diagnostico approfondito, dando indicazioni rapide, con dati standardizzati e specifici che possono diventare parte integrante del processo valutativo stesso;
- Consente l’identificazione precoce di DSA, ADHD e altri disturbi dando indicazioni tempestive ai genitori e alla scuola;
- Permette di riconoscere una possibile causa dell’insuccesso scolastico, delle difficoltà comportamentali, emotive, ecc. e quindi di predisporre un intervento mirato a ridurre il disagio e la fatica;
- Fornisce la possibilità di una presa in carico del bambino o ragazzo e della sua famiglia strutturando percorsi adeguati, mirati e individualizzati;
- Agisce nel lungo periodo sul senso di autoefficacia del bambino o ragazzo, sulla sua autostima, sull’impegno e motivazione scolastica e non solo, oltre che sul benessere individuale e famigliare.
Quando richiedere uno screening?
I genitori possono richiedere lo screening dove via siano delle manifestazioni di difficoltà più o meno specifiche o se si avverte la volontà di comprendere la presenza di eventuali fatiche del bambino o del ragazzo rispetto alle aree indagate.
Tra i campanelli di allarme che possono portare a richiedere uno screening possono esserci:
- Difficoltà nella lettura che risulta lenta, poco fluida e con errori;
- Difficoltà nella scrittura sia relative al numero di errori ortografici e grammaticali, sia inerenti la grafia;
- Difficoltà matematiche nel calcolo, scrittura e lettura di numeri, utilizzo delle strategie, memorizzazione delle tabelline, ecc;
- Scarsa comprensione del testo scritto e fatica nello studio di materiale;
- Fatica nel mantenere l’attenzione, nel rimanere concentrato per lunghi periodi con continua perdita del focus sul lavoro e tendenza a distrarsi facilmente;
- Iperattività caratterizzata da continuo movimento con il corpo, cambiamento di attività continuo e fatica a rimanere fermo;
- Impulsività e difficoltà nel controllo della risposta impulsiva;
- Affaticamento nello studio ed eccessiva stanchezza;
- Povertà nel linguaggio;
- Fatica nel ricordare le cose, nel memorizzare ed apprendere;
- Difficoltà comportamentali, emotive, relazionali.
La presenza di alcuni di questi segnali può essere un buon punto di partenza per operare uno screening e agire in modo tempestivo sulle difficoltà, riducendo lo stress e il disagio del bambino che, magari per fatiche reali e comprovate, non riesce a raggiungere risultati soddisfacenti.
Milena Rota
Francesca Minari