SPORT E DISTURBI ALIMENTARI Riconoscerli in allenamento
Sei un allenatore? Hai mai riflettuto su quali siano i campanelli di allarme per i DCA, disturbi del comportamento alimentare, da osservare nei tuoi atleti? Sai quali atteggiamenti e comportamenti attuare?
Lo sport si sa è alleato del benessere, sia fisico che mentale!
Purtroppo questo non è sempre vero. Ci sono infatti condizioni in cui lo sport diventa un fattore di rischio o di mantenimento di alcune problematiche.
Questo spesso accade a causa di alcuni stereotipi che accompagnano, in modo particolare, alcune discipline sportive. Tra questi si pensi a quelli legati al peso e forma fisica in ambienti come la danza, la ginnastica artistica o ritmica, ma anche nei pesi leggeri del canottaggio e delle arti marziali, o legati alla fisicità muscolosa e scolpita di altre realtà, che spesso si scontra con le “forme” e “curve femminili” (si pensi alla pesistica, ma anche al calcio, basket, ecc.).
Purtroppo, sono condizioni da parte degli atleti, che possono attivare credenze e portare a condotte erronee a livello sportivo e alimentare desiderosi di raggiungere e rispettare determinati canoni e modelli.
È ben tenerlo presente specialmente per chi ogni giorno è accanto a ragazzi e ragazze nella loro pratica sportiva.
Per prima cosa facciamo un piccolo accenno a cosa sono i DCA. In generale sono alterazioni della condotta alimentare di una persona, associati a ricorrenti pensieri legati al peso e alla forma fisica. Vanno dal controllo estremo del peso con restrizione calorica ed eccessiva magrezza, a condizioni caratterizzate da episodi di abbuffata e successive condotte volte a compensare quanto ingerito, fino a situazioni e disturbi opposti con tendenza all’ obesità e sovralimentazione incontrollata.
Cosa possiamo fare quindi? Quali atteggiamenti assumere quotidianamente per prevenire?
Ecco alcuni suggerimenti:
- Attiva sempre una critica costruttiva concentrando la tua attenzione sul comportamento dell’atleta, sul gesto tecnico, sulla postura ecc. che si vuole ottenere e non sulla persona.
- Utilizza espressioni tipo: “tieni la gamba più tesa”, “tira in quella direzione” e non “così non va bene,”, “la direzione del tiro non va bene”, “la gamba non va tenuta così”… nel secondo caso l’atleta concentra l’attenzione sull’errore ma potrebbe non comprendere cosa ci si aspetta da lui
- Evita giudizi sul corpo e sulla forma fisica. Non rinforzare il dimagrimento, non commentare l’aumento di peso, piuttosto cercare di comprendere come sta la persona. Nelle persone con disturbo alimentare il commento sul peso e forma fisica può incrementare il focus su questi aspetti e i comportamenti alimentari negativi.
- Rinforza il successo nella prestazione: focalizza i commenti sulla prestazione, rinforzando anche i piccoli miglioramenti così da supportare autostima e senso di autoefficacia personale
- Sii un modello positivo: veicola messaggi funzionali nell’ottica di diffondere idea di corpo sano e di benessere
- Sostieni e alimenta l’autocritica costruttiva: lavorare sulla gestione funzionale dell’errore mostrandolo sempre come elemento fondamentale per il miglioramento. Dal “non sono capace” al “non sono ancora capace, posso migliorare e imparare”
- Aiuta a riconoscere i punti di forza e mostra i “difetti” come possibili aree di miglioramento
- Riduci e combatti gli stereotipi su corpo e forma fisica
Un altro punto fondamentale è saper riconoscere i campanelli di allarme di modo da agire tempestivamente.
Quindi, quando sei con i tuoi atleti presta attenzione a:
- Ipercriticismo: l’atleta continua ad auto-criticarsi, a fare commenti negativi sulla propria prestazione o sull’aspetto corporeo, non riconoscendo i progressi e i successi e non attivando un processo di miglioramento. Le critiche non sono mai costruttive ma distruttive
- Perfezionismo: tendenza a pretendere sempre il massimo da sè stessi, ponendosi standard elevati e spesso maggiori rispetto alle proprie possibilità e capacità del momento.
- Continuo Check corporeo: comportamenti di “indagine” e giudizio del proprio corpo che si manifestano ad esempio attraverso osservazione frequente del corpo allo specchio con associazione di espressione disgustata o arrabbiata, accerchiamento con le mani di fianchi, cosce o braccio, ecc.
- Variazione di peso: aumento o calo eccessivo di peso in un periodo circoscritto
- Stanchezza eccessiva con possibilità di malesseri quali capogiri, mal di testa, nausee, ecc.
- Possibile calo della prestazione: riduzione del normale rendimento sportivo
- Reazione negativa alle critiche, anche se costruttive e alle correzioni, che vivono come minaccia alla propria autostima
- Bassa o nulla tolleranza dell’errore e dell’insuccesso
- Bassa autostima che si può osservare in atteggiamento arrendevole, in giudizi negativi verso di sé e la prestazione, in scarsa fiducia in se stessi fino a rifiuto nel fare le cose per timore di fallire
- Riduzione della socializzazione con i compagni
- Umore negativo
- Calo della concentrazione e dei livelli di attenzione che possono tradursi in incremento degli errori e delle imperfezioni
Se un tuo atleta presenta alcuni di questi elementi, è possibile che stia vivendo una fatica alimentare…
Cosa puoi fare quando hai individuato i campanelli di allarme?
- Prova a capire con l’atleta come sta: in base alla relazione con il ragazzo o la ragazza prova a chiedere come si sente, senza fare riferimenti alla sua alimentazione o al corpo ma semplicemente mostrando interesse per il suo benessere. Ricorda le persone con difficoltà alimentari spesso non riconoscono il problema, non vogliono parlare di questo e specialmente non vogliono essere aiutate.
- Se l’atleta è minorenne, confrontati con i genitori sulla tua preoccupazione, e cerca di capire come essere un supporto attivo nella gestione della difficoltà. Ricordati di rispettare la posizione dei genitori, non è possibile sostituirsi a loro.
- Adatta, per quanto possibile, l’allenamento alle condizioni fisiche del/della ragazzo/a. Ad esempio se hai notato un calo eccessivo di peso riduci gli esercizi aerobici e il carico di peso e forza, ecc.
- Proponi una sospensione dell’attività fisica se ti accorgi che le condizioni fisiche sono eccessivamente a rischio di infortunio o malessere
- Sii un sostegno anche silenzioso, basta spesso un piccolo gesto, sguardo, parola per far loro capire che non sono soli.
Questi sono solo alcuni suggerimenti per prevenire e agire tempestivamente in queste problematiche troppo spesso celate per lunghi periodi e che sempre più frequentemente colludono con la pratica sportiva a discapito della prestazione nel tentativo di rispecchiare canoni fisici e stereotipi.
Se hai dubbi chiedi aiuto agli esperti, medici, psicologi, nutrizionisti.
Milena Rota