VOGLIO ESSERE UN CAMPIONE! Ci vuole la testa… e lo psicologo dello sport
In queste giornate olimpiche si sente parlare spesso di Psicologo dello sport. Ma chi è e cosa fa? Come prima cosa cerchiamo di fare chiarezza per non confonderlo con il mental coach e cadere in trappole rischiose.
Lo psicologo è una professionista riconosciuto, appartenente ad uno specifico albo di riferimento, che si occupa prevalentemente del benessere psicologico. Nella sua attività presta particolare attenzione ai comportamenti, ai processi mentali degli individui e al loro vissuto, con conoscenza e competenza. Il suo percorso formativo è di almeno 7 anni tra studi universitari, stage, tirocini e un Esame di Stato abilitante alla professione. Se decide di lavorare nello sport segue un ulteriore percorso per acquisire competenze ben definite attraverso un master in psicologia dello sport. Quest’area della psicologia si propone di essere un valido strumento per affiancare l’atleta nel suo percorso, prendendo in considerazione l’individuo nella sua totalità, lavorando prevalentemente su tre livelli: comportamentale, cognitivo (pensieri, credenze, aspettative…) ed emotivo. Lo psicologo dello sport ha quindi una preparazione specifica sulla preparazione mentale, che consiste in diverse tecniche mirate all’ottimizzazione delle risorse individuali e di squadra con lo scopo principale di ottenere dall’atleta il massimo rendimento. L’allenamento mentale si propone di articolare dei programmi in base alla specificità della disciplina sportiva, alle caratteristiche e alle esigenze personali dell’atleta, da affiancare al tradizionale allenamento.
Si comprende bene quindi come sia una figura specializzata e qualificata.
Diversamente, chiunque può definirsi mental coach. Non esiste infatti nessuna normativa che lo riconosca come figura professionale adatta a lavorare sulla preparazione mentale nello sport e tantomeno, sul benessere psicologico della persona.
Un mental coach, pur essendo presumibilmente preparato, a seguito di un corso, su schemi tipici di performance e raggiungimento degli obiettivi, non ha competenze sulla gestione delle emozioni, delle esperienze e dell’individuo nella sua globalità come, invece, ha uno psicologo. Di fronte poi a una eventuale difficoltà, non possiede strumenti specifici per affrontarla che vadano al di là della sua cultura personale e del suo buon senso.
Lo psicologo dello sport lavora sul miglioramento della prestazione, sull’espressione del potenziale, sull’incremento delle abilità mentali dell’atleta, utilizzando tecniche e strumenti specifici della psicologia, applicandoli allo sport.
È ora di dire basta ed eliminare gli stereotipi per cui lo psicologo dello sport è visto come professionista che si occupa solo di persone fragili o problematiche! Lo psicologo sportivo valorizza le risorse individuali aiutando gli atleti ad esprimere al meglio le proprie abilità e potenzialità. Allena le capacità mentali così come si allenano le capacità tecniche e atletiche.
Ebbene sì, anche la preparazione mentale richiede allenamento, esercizio e costanza. Avrete sicuramente già sentito parlare di mental training… un vero e proprio allenamento mentale volto all’acquisizione di strategie, tecniche, strumenti che l’atleta nel tempo fa propri, arrivando a gestirli e utilizzarli in piena autonomia. Lo psicologo assume il ruolo di guida che accompagna la costruzione della performance ottimale e di risorse mentali efficaci.
È bene chiarire che uno psicologo dello sport è sempre un mental coach, ma un mental coach non sempre è psicologo!
Quali sono le aree di intervento su cui lavora uno psicologo dello sport?
- miglioramento nella conoscenza di sé e del senso di autoefficacia
- raggiungimento della stabilità emotiva
- preparazione alla competizione
- ottimizzazione e incremento della performance
- gestione delle risorse e dell’attivazione
- acquisizione di tecniche di autocontrollo
- costruzione di self-talk efficaci, dialogo interno positivo e propositivo
- aumento delle capacità attentive, di focalizzazione e concentrazione
- pianificazione di obiettivi
- miglioramento della presa di decisione
- consolidamento della motivazione
- prevenzione del drop-out
- controllo delle risposte fisiologiche e delle situazioni dolorose
- recupero dell’atleta infortunato
e moltissime altre attività.
Lo psicologo sportivo con una formazione clinica, e magari psicoterapeutica, possiede una visione del funzionamento mentale ad ampio raggio, avendo inoltre a disposizione metodologie, strategie, strumenti e informazioni esclusive della disciplina psicologica.
Pertanto, si inserisce anche come figura di supporto per l’atleta nella gestione emotiva e nell’affrontare le difficoltà che possono insorgere nella carriera e nella vita a livello generale. Questo perché la massima prestazione si raggiunge solo attraverso un buon equilibrio delle componenti mentali, emotive ed esperienziali. Corpo, cuore e testa insieme possono fare la differenza.
Non solo atleti agonisti e grandi campioni, lo psicologo dello sport struttura percorsi di introduzione alla preparazione mentale anche per gli atleti del settore giovanile, per insegnare loro come trarre il meglio dalle proprie potenzialità.
E non solo atleti! La psicologia dello sport si occupa di tutti i protagonisti del mondo dello sport, supportando le famiglie, collaborando con gli staff tecnico e sanitario, valorizzando le competenze educative, sociali, psicologiche e relazionali.
Ricordiamoci che l’atleta è prima di tutto una persona e una persona non è soltanto potenziale tecnico-tattico, ma un’identità ben definita molto più articolata, inserita in un contesto specifico e che merita di lavorare con professionisti preparati.
E adesso, ti affideresti a uno psicologo dello sport o a un mental coach?
Michaela Fantoni
Sara Meloni
Milena Rota
*Durante la lettura potrebbero essere utilizzati termini specifici di genere per facilitare il flusso narrativo. Ogni volta che viene utilizzato un termine specifico di genere, deve essere inteso riferito ad ogni genere, a meno che non sia esplicitamente indicato il contrario.